24 giu 2017

Refusi ed errori



Parlando con alcune compagne di classe, ho deciso di creare una rubrica in più che arricchirà il blog, ovvero una guida per aspiranti recensori.
Perché recensire sembra facile, ma in realtà niente è come sembra.

Cominciamo da un punto che sta a cuore a molti revisori armati di affilatissimi giudizi atti spesso solo a stroncare il libro sminuendone la qualità: i refusi e gli errori.
C’è differenza?
Eccome!

Il refuso, per definizione, è un errore dovuto ad uno scambio o uno spostamento di caratteri tipografici e con l’avvento del computer è stato esteso a minuscole sviste nate dalla vicinanza dei tasti.
Esempio: scrivere voltono al posto di volgono. (l’ho trovato nel libro “Il mago di Earthsea” di Ursula K. Le Guin)
Di solito queste sviste sono notate e corrette dai revisori, ma a volte vengono generate dai tipografi nel momento in cui il manoscritto o pdf viene rielaborato per la stampa.
Può succedere, sono piccole dimenticanze umanissime e di solito non si trovano o al massimo sono uno o due, se proprio sono presenti in un testo, inoltre non precludono la comprensione dell’elaborato, né tolgono qualità al libro.

L’errore invece è una grave mancanza grammaticale oppure ortografica che abbassa la qualità del testo, ne complica la comprensione e denota, se non corretto, una certa qual ignoranza da parte dell’intero staff di scrittura, revisione e pubblicazione.
Esempio: getta la pezza anziché getto la pezza quando il libro è narrato in prima persona singolare (errore ortografico) oppure dimmi qual’è il problema al posto di dimmi qual è il problema (errore grammaticale. Entrambi gli errori li trovate nel libro “Ti sento” di Luisa D.).

Vorrei quindi sottolineare che, a differenza del comune pensiero, il refuso non è un errore e tanto meno può essere paragonato a quest’ultimo.
A chiunque desideri fare il revisore, io dico di chiedersi sempre se uno scrittore può essere giudicato per un refuso.
Molti pensano di sì, io credo di no.
Bisogna stare molto più con i piedi per terra e rendersi conto che semplicemente capita.
Tutto qua.
Non è la fine del mondo, neanche di una splendida carriera da scrittore che magari scrive cose straordinarie che noi semplici recensori possiamo solo sognarci, dal momento che ci limitiamo a leggere e sputare sentenze. 


17 giu 2017

I baci non sono mai troppi




TITOLO: I baci non sono mai troppi
AUTORE: Raquel Martos
GENERE: Romanzo
PREZZO:  8,50 euro
PREZZO EBOOK: 5,99 euro
CASA EDITRICE: Feltrinelli

TRAMA
Questa storia, che non parla di principi azzurri e principesse, inizia in Spagna molti anni fa, quando la tv era ancora in bianco e nero, le bambine ballavano con l'hula-hoop e bastava uscire a mangiare un panino per vivere una grande avventura. Un giorno, a scuola, Lucía conosce Eva. Spavalda, coraggiosa e indomita come i suoi capelli la prima. Timida, riflessiva e avida divoratrice di fagiolini crudi la seconda. Hanno entrambe solo sette anni, ma fin dal primo momento diventano amiche per la pelle.
Condivideranno sogni, segreti sussurrati all'orecchio perché il ragazzino accanto non senta che si parla di lui, conquiste e delusioni, in un rapporto fatto di complicità e mille risate, tanto travolgenti e rumorose da attirare sempre i rimproveri degli adulti.
Finché un litigio le separerà.
Anni dopo il caso le fa ritrovare all'aeroporto di Madrid. Lucía, single, è il perfetto prototipo della manager in carriera. Eva, dopo aver rinunciato al teatro per dedicarsi alla famiglia, si barcamena tra la fine del suo matrimonio e la figlia Lola, una piccola pirata di cinque anni. Nonostante i vecchi conflitti, l'amicizia di un tempo è ancora viva, come e più di prima. Ma Lucía non può immaginare che Eva sta per chiederle il favore più importante della sua esistenza.
Una storia che ci ricorda che esistono legami unici e speciali che nemmeno il tempo e la distanza riescono a intaccare.

RECENSIONE
C’erano una volta Idgie e Ruth, protagoniste del libro “Pomodori verdi fritti alla fermata del Whistle Stop Café”: amiche, amanti e indivisibili anche dopo la morte.
E oggi, grazie alla penna geniale di Raquel Martos, ci sono altre due amiche che sono come sorelle: Lucía ed Eva.
Il libro si muove fra passato e presente, lasciandoci comprendere pagina dopo pagina le vicende che hanno costellato le vite delle protagoniste fino al maledetto giorno in cui le loro strade si sono separate.
Uno di quei litigi che vengono ingigantiti dai sentimenti, dalle contingenze e che portano ad una lunga, dolorosa separazione. Qualcosa che è capitato a tutti noi, come quando la tua amica storica ti molla perché non sei abbastanza figa per i suoi standard.
Va bene, scusate, sono scivolata nel personale.
Torniamo al libro, a quando giunge l’inatteso: la sorte fa incontrare ancora Eva e Lucía e non le farà più separare, cambiando per sempre la loro esistenza.
Perché l’amicizia è come l’amore, è come i baci del titolo del libro: non sono mai troppi.
La scrittura di Raquel Martos è semplice e chiara, spesso ricca di un sottile umorismo che non guasta mai e richiama Almodovar.
Nonostante sia scritto a due voci, quindi con due pov diversi, non risulta pesante.
All’autrice non servono grandi parole o descrizioni ampollose per raccontare le gioie e i dolori delle protagoniste: la storia è coinvolgente così com’è stata scritta, arriva dritta al cuore del lettore e lo emoziona fino alle lacrime.

“Ti voglio bene fino al soffitto.”
“E io fino alla cima degli alberi.”

GIUDIZIO
Da leggere con un bel gelato Magnum e il cellulare staccato!

10 giu 2017

I signori dei Sith




TITOLO: I signori dei Sith
AUTORE: Paul S. Kemp
GENERE: Fantascienza
PREZZO: 19,90 euro
PREZZO EBOOK: 9,49 euro (solo in inglese)
CASA EDITRICE: Multiplayer Edizioni

TRAMA
Sul pianeta Ryloth, risorsa cruciale dell’Impero per i suoi schiavi e per la droga chiamata “spezia”, è sorto un forte movimento di resistenza guidato da Cham Syndulla, un combattente idealista, e da Isval, una ex schiava desiderosa di vendetta. L’imperatore Palpatine, comunque, non intende rinunciare a quel mondo, costi quel che costi, e nessuno può osare intimidirlo o sfidarlo. Accompagnato dal suo spietato discepolo Darth Vader, affronterà la missione personalmente, per assicurarsi che tutto vada secondo i suoi piani.
Syndulla e Isval avranno l’opportunità di colpire al cuore la mostruosa tirannia che sta sconvolgendo la galassia. Per l’Imperatore e Darth Vader, invece, Ryloth diventerà qualcosa di più che un pianeta su cui sedare un’insurrezione: quando un’imboscata li costringerà a un atterraggio di fortuna in un territorio inospitale, dove li attendono i combattenti della resistenza, i due Sith dovranno mettere veramente alla prova il loro legame. Armati soltanto delle loro spade laser e del Lato Oscuro della Forza, e potendo contare solo l’uno sull’altro, Maestro e discepolo dovranno decidere se quel legame brutale li renderà alleati vittoriosi o avversari mortali.

RECENSIONE
Paul S. Kemp è sempre una garanzia.
Autore di altri romanzi legati alla saga di Star Wars, oltre che di una nota serie di libri fantasy, ha uno stile accattivante, sa come gestire i personaggi e il ritmo dei suoi libri è sempre incalzante.
Anche con questo romanzo centra in pieno l’obiettivo.
Gli ingredienti di un’ottima storia ci sono tutti: Vader e l’Imperatore si trovano su Ryloth (non tanto per caso) e mettono alla prova il loro legame apprendista/maestro lottando contro Cham, Isval e la loro squadra di Twi Lek che non vogliono stare né con l’Impero, né con la Ribellione che sta nascendo.
Dall’altra parte abbiamo Moff Mors, una donna all’apparenza insensibile e sorda a qualsiasi sentimento ma in realtà molto più profonda e complessa di quanto sembri, e il corrotto vice comandante Belkor Dray.
Non svelo il finale, poiché basta conoscere la saga per immaginare come termini questo libro situato fra Episodio III e IV.
Cosa c’è dunque che non va?
Personalmente non ho apprezzato l’idea della “spezia”, che richiama troppo banalmente l’opera “Dune” di Frank Herbert, né gli scarsi riferimenti (a volte errati, poiché secondo il filone classico Vader non ha mai avuto apprendisti. Ashoka è un’invenzione della serie animata, senza la quale si sta benissimo) al passato di Vader. Avrei apprezzato più pensieri in merito a Padmé e Obi Wan.
Avrei anche apprezzato maggiori approfondimenti su Moff Mors: finalmente un personaggio lesbico e poi niente, c’è solo un minuscolo accenno al fatto che era sposata con un’altra donna.
Fa niente, questi sono pensieri personali.
Ciò che funziona male è la traduzione.
Ho letto prima la versione in inglese e poi quella italiana, nutrendo grandi speranze.
Speranze che sono state disilluse da aggettivi che ridondano, periodi affrettati, verbi scritti male come “zumare” (a parte che semmai si scrive “zoomare”, ma fa schifo usare un bellissimo “ingrandire l’immagine”?) e dulcis in fundo l’uso sbagliato di “quello/a”.
Come si possono tradurre delle frasi con “disse quello” oppure “Vader e quello” (riferito all’Imperatore, che vi fulmini tutti!) o ancora “l’Imperatore, rivolgendosi a quella” (il “lei” non andava bene. Oppure, ancora meglio, usare il nome del personaggio?) ?
Si perde la poesia dell’italiano, la bellezza di una traduzione fatta come si deve.
E questo, mi dispiace, fa perdere punti al libro che secondo me merita un “ni, leggere senza grandi aspettative” e non un bel “sì, si può leggere con piacere”.

GIUDIZIO
Peccato davvero per la traduzione.

3 giu 2017

Dalla parte di Bailey



 
TITOLO: Dalla parte di Bailey
AUTORE: W. Bruce Cameron
GENERE: Romanzo
PREZZO: 16 euro
PREZZO EBOOK: 4,99 euro
CASA EDITRICE: Giunti

TRAMA
Immagina un cane che non muore mai. Immagina un cane che si reincarna in diverse vite e se le ricorda tutte. Immagina che voglia scoprire il motivo per cui vive e che continui a rinascere finché non l'ha trovato. Questa storia è raccontata da Bailey, un cane saggio e divertente, bastardino randagio nella sua prima vita, golden retriever nella seconda, cane poliziotto nella terza e labrador nero nell'ultima. Ed è la storia dell'incontro magico con Ethan, il suo padrone speciale, che Bailey conosce da cucciolo e intende ritrovare a tutti i costi. Tra mille avventure commoventi, Bailey ci conduce in un viaggio incantato alla ricerca del senso della vita, dell'amore e della lealtà, che squarcia il velo sottile che separa animali ed esseri umani.

RECENSIONE
Con questo libro è stato amore fin dalla prima pagina e questo sentimento è cresciuto capitolo dopo capitolo.
Chi è Bailey?
Bailey è non uno, ma tanti cani e raccontarvi ciascuna delle sue bellissime vite sarebbe un oltraggioso spoiler. La cosa bella del libro è che è stato scritto dal cane.
Mi avete compresa bene. Non “con il punto di vista del cane” ma proprio da lui, da Bailey.
È come se una musa canina si fosse impossessata del geniale autore Cameron e riga dopo riga lo abbia guidato.
La storia è bella, toccante, emozionante.
La vita vista con gli occhi del protagonista canino spiazza e spesso ci fa capire come non tutti gli uomini siano davvero buoni e come a volte l’amore di un essere umano non sia poi così disinteressato, a differenza di quello degli animali.
Certo, mi direte, esistono tanti altri libri che parlano di animali. Perché allora leggere Bailey?
Cosa differenzia questo libro?
Per me due cose: l'originale idea della reincarnazione e della fedeltà che vince perfino la morte.
In qualsiasi modo lo vogliamo chiamare nel romanzo Bailey è un cane unico, intelligente, coraggioso, pieno d’amore.
La sola cosa negativa del libro è che finisce, esattamente come prima o poi (e questo è l’insegnamento più grande del romanzo) prima o poi finirà anche la vita dei nostri amici cani.
Ma se credete, libri e cani torneranno sempre in altre vesti e con altre stupende storie da raccontare, proprio come Bailey.

“Quando ci sedemmo e mi fissò con occhi spenti, gli mollai una leccata in pieno viso. Ero preoccupato per il mio bambino, dovevamo tornare a casa subito.”

GIUDIZIO
Bau bau, consigliato a tutti! (tranne a chi è così stupido da non amare gli animali)