TITOLO: I signori dei Sith
AUTORE: Paul S. Kemp
GENERE: Fantascienza
PREZZO: 19,90 euro
PREZZO
EBOOK: 9,49 euro (solo in inglese)
CASA
EDITRICE: Multiplayer Edizioni
TRAMA
Sul
pianeta Ryloth, risorsa cruciale dell’Impero per i suoi schiavi e per la droga
chiamata “spezia”, è sorto un forte movimento di resistenza guidato da Cham
Syndulla, un combattente idealista, e da Isval, una ex schiava desiderosa di
vendetta. L’imperatore Palpatine, comunque, non intende rinunciare a quel
mondo, costi quel che costi, e nessuno può osare intimidirlo o sfidarlo.
Accompagnato dal suo spietato discepolo Darth Vader, affronterà la missione
personalmente, per assicurarsi che tutto vada secondo i suoi piani.
Syndulla e Isval avranno l’opportunità di colpire al cuore la mostruosa tirannia che sta sconvolgendo la galassia. Per l’Imperatore e Darth Vader, invece, Ryloth diventerà qualcosa di più che un pianeta su cui sedare un’insurrezione: quando un’imboscata li costringerà a un atterraggio di fortuna in un territorio inospitale, dove li attendono i combattenti della resistenza, i due Sith dovranno mettere veramente alla prova il loro legame. Armati soltanto delle loro spade laser e del Lato Oscuro della Forza, e potendo contare solo l’uno sull’altro, Maestro e discepolo dovranno decidere se quel legame brutale li renderà alleati vittoriosi o avversari mortali.
Syndulla e Isval avranno l’opportunità di colpire al cuore la mostruosa tirannia che sta sconvolgendo la galassia. Per l’Imperatore e Darth Vader, invece, Ryloth diventerà qualcosa di più che un pianeta su cui sedare un’insurrezione: quando un’imboscata li costringerà a un atterraggio di fortuna in un territorio inospitale, dove li attendono i combattenti della resistenza, i due Sith dovranno mettere veramente alla prova il loro legame. Armati soltanto delle loro spade laser e del Lato Oscuro della Forza, e potendo contare solo l’uno sull’altro, Maestro e discepolo dovranno decidere se quel legame brutale li renderà alleati vittoriosi o avversari mortali.
RECENSIONE
Paul S. Kemp è sempre una garanzia.
Autore di altri romanzi legati alla saga
di Star Wars, oltre che di una nota serie di libri fantasy, ha uno stile
accattivante, sa come gestire i personaggi e il ritmo dei suoi libri è sempre
incalzante.
Anche con questo romanzo centra in pieno
l’obiettivo.
Gli ingredienti di un’ottima storia ci
sono tutti: Vader e l’Imperatore si trovano su Ryloth (non tanto per caso) e
mettono alla prova il loro legame apprendista/maestro lottando contro Cham,
Isval e la loro squadra di Twi Lek che non vogliono stare né con l’Impero, né
con la Ribellione che sta nascendo.
Dall’altra parte abbiamo Moff Mors, una
donna all’apparenza insensibile e sorda a qualsiasi sentimento ma in realtà
molto più profonda e complessa di quanto sembri, e il corrotto vice comandante
Belkor Dray.
Non svelo il finale, poiché basta
conoscere la saga per immaginare come termini questo libro situato fra Episodio
III e IV.
Cosa c’è dunque che non va?
Personalmente non ho apprezzato l’idea
della “spezia”, che richiama troppo banalmente l’opera “Dune” di Frank Herbert,
né gli scarsi riferimenti (a volte errati, poiché secondo il filone classico
Vader non ha mai avuto apprendisti. Ashoka è un’invenzione della serie animata,
senza la quale si sta benissimo) al passato di Vader. Avrei apprezzato più
pensieri in merito a Padmé e Obi Wan.
Avrei anche apprezzato maggiori
approfondimenti su Moff Mors: finalmente un personaggio lesbico e poi niente, c’è
solo un minuscolo accenno al fatto che era sposata con un’altra donna.
Fa niente, questi sono pensieri
personali.
Ciò che funziona male è la traduzione.
Ho letto prima la versione in inglese e
poi quella italiana, nutrendo grandi speranze.
Speranze che sono state disilluse da
aggettivi che ridondano, periodi affrettati, verbi scritti male come “zumare”
(a parte che semmai si scrive “zoomare”, ma fa schifo usare un bellissimo “ingrandire
l’immagine”?) e dulcis in fundo l’uso sbagliato di “quello/a”.
Come si possono tradurre delle frasi con
“disse quello” oppure “Vader e quello” (riferito all’Imperatore, che vi fulmini
tutti!) o ancora “l’Imperatore, rivolgendosi a quella” (il “lei” non andava
bene. Oppure, ancora meglio, usare il nome del personaggio?) ?
Si perde la poesia dell’italiano, la
bellezza di una traduzione fatta come si deve.
E questo, mi dispiace, fa perdere punti
al libro che secondo me merita un “ni, leggere senza grandi aspettative” e non
un bel “sì, si può leggere con piacere”.
GIUDIZIO
Peccato davvero per la traduzione.