TITOLO: Le voci
delle donne
AUTORE: Francesca
A. Vanni e Ofelia Deville
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing
TRAMA
Sara, Latisha, Irina, Minako, Nancy...
Persone diverse che vivono vite diverse e che, tuttavia, condividono la
stessa insopportabile croce.
Sono infatti vittime di violenza, alle quali è stato strappato tutto:
la dignità, l’amore, la felicità, l’autostima e spesso anche la vita.
“Le voci delle donne” è un libro scritto a quattro mani da Francesca A.
Vanni e Ofelia Deville, che nasce con l’intento di denunciare il devastante
fenomeno della violenza contro le donne che viene perpetrato ogni giorno in
tutto il mondo.
È un grido di denuncia, che toccherà il cuore dei lettori.
RECENSIONE
Le storie di questo libro non sono solo
storie, ma Storie con l’iniziale maiuscola.
Sono racconti di donne comuni, come me
(sì, lo so, ancora non sono esattamente una donna ma ancora una ragazza, però
si capisce lo stesso il discorso), come le lettrici di questo blog, come tutte
le donne del mondo.
Donne che purtroppo, per un motivo o per
un altro, sono vittime di violenze indicibili che scavano nei loro animi, le
trasformano e cambiano per sempre le loro vite.
Non sono tutte storie “a lieto fine”, non
sono storie che fanno ridere, sono storie che fanno piangere, che fanno
indignare, che fanno riflettere.
Sono storie tratte da vere esperienze,
scritte per aprire gli occhi dei lettori sulla piaga del femminicidio e della
violenza contro le donne, un problema su cui c’è ancora tantissimo da fare.
In particolare mi hanno colpito la
storia della ragazza sfregiata con l'acido, quella
di Minako che apre una finestra sull’inquietante fenomeno della violenza
domestica in Giappone e quello della piccola Latisha, di cui però non anticipo
niente perché vorrei tanto che leggeste questo libro.
Allo stile fresco, appassionante e mai
banale della brava Francesca A. Vanni (di cui vi ho già parlato su questo blog)
si unisce anche la voce della blogger Ofelia Deville e il libro che ne è venuto fuori mi è piaciuto moltissimo.
Posso descriverlo con un solo aggettivo:
forte.
Forte come un pugno nello stomaco ma necessario.
GIUDIZIO
Non dovete perderlo.