18 mag 2018

La saga degli Invincibili



 
TITOLO: La saga degli Invincibili
AUTORE: Andrea Frediani
GENERE: Storico
PREZZO:  5,90 euro a libro
PREZZO EBOOK: 0,99 euro a libro
CASA EDITRICE: Newton Compton Editori

TRAMA

Giulio Cesare è stato appena ucciso, e subito si è scatenata una lotta feroce e sanguinosa per il potere assoluto. Ma sulla scena irrompe il giovanissimo Ottaviano, che Cesare, in modo del tutto imprevedibile, nel testamento ha indicato come erede. Ottaviano è solo un ragazzo, eppure è determinato a vendicare il padre adottivo. A sbarrargli la strada, però, ci sono i protagonisti di lungo corso della politica romana: Marco Antonio, Cicerone, Lepido, Bruto e Cassio. Ciò nonostante, l'erede legittimo non si dà per vinto e, dopo i primi insuccessi, raduna intorno a sé un gruppo di giovani altrettanto determinati: Mecenate, Agrippa e Rufo. Con loro e con pochi altri, forma una setta votata al culto della vendetta, con l'obiettivo di punire, uno dopo l'altro, tutti coloro che si sono macchiati del sangue di Cesare. E non solo: Ottaviano è ben determinato a sovvertire l'ordine costituito e a concludere ciò che Cesare aveva iniziato. 


RECENSIONE
Questa saga nasce dalla precedente trilogia dedicata a Giulio Cesare, ma può essere letta senza problemi anche da sola poiché nel dipanarsi della storia l’autore non manca di fare collegamenti o di spiegare eventuali “lacune” che altrimenti sarebbero incomprensibili.
La storia qui narrata è quella di Ottaviano e dei suoi amici Agrippa, Rufo e Mecenate nell’intento di vendicare la morte di Cesare e conquistare il potere detenuto in parte da Antonio, in parte dal Senato e in parte dai cesaricidi.
Come accade per tutti i libri storici, verità e immaginazione si mescolano per creare un racconto avvincente che tiene il lettore con il fiato sospeso e lo porta in un mondo sconosciuto.
Frediani è senza dubbio un grande romanziere, secondo solo a pochi altri, e le sue storie le trovo sempre bellissime.
Questa volta però il mio elefantino felice promulgatore di libri a cinque, dieci, quindici o quante stelline volete voi diventa un elefantino un po’ timido, quello che abbino ai libri da tre stelle.
Perché mai?
Perché, a mio avviso, in questa tetralogia Frediani si è fatto prendere la mano dal moderno.
Le figure storiche, primo fra tutti mi viene da citare Marco Antonio perché probabilmente è stata quella più stravolta, non corrispondono agli originali: certo, uno scrittore ci mette sempre del suo, ma diciamo che ci vuole quella certa “aderenza” di cui parlava il Manzoni che è necessaria per rendere la scrittura credibile.
Il linguaggio è la seconda pecca.
Va bene, è normale cercare di adattare un po’ la terminologia alla nostra e molti autori (come Valerio Massimo Manfredi, Bernard Cornwell o anche i nostrani Franco Forte e  Francesca A. Vanni hanno brillantemente saputo fare), ma la linea da non superare è molto sottile.
Là dove un “taci, idiota” può andare bene se inserito nel momento giusto, non può assolutamente funzionare quando Marco Antonio chiama Ottaviano “stronzetto” o quando Agrippa pensa di “parare il culo a Rufo”: sono termini estranei, che stonano nella lettura.
Ecco, penso che la trilogia di Cesare sia stata meglio curata, in questo senso.

GIUDIZIO
Bello, ma non ai vertici dei libri di Frediani.