Finora ho parlato degli elementi e dei
motivi per cui si dovrebbe giudicare un libro, ma non mi sono mai soffermata su
tre cose per cui non si dovrebbe mai valutare un libro.
Il primo, nemmeno a farlo apposta, è la
copertina.
La grafica di un libro non è mai
primaria, è un complemento. Può essere semplice, con immagini evocative o
immagini che non c’entrano nulla con il contenuto (la maggior parte delle volte
ci sono proprio queste, sulle copertine).
La copertina in sé è volta a dare brevi
informazioni sul libro, come il prezzo, la sinossi e una breve biografia dell’autore.
Il resto non conta.
Giudicare un libro dalla copertina, scegliere
se comprarlo o meno in base al primo impatto visivo, è sintomo di
superficialità.
Se volete fare i recensori sul serio e
non per gioco, dovete superare in fretta questo scoglio.
Il secondo motivo per cui non si deve
mai scartare un libro è il titolo.
Conosco alcuni scrittori che mi hanno
confessato la difficoltà dello scegliere un titolo.
Non convinta delle loro affermazioni ho
fatto per conto mio delle ricerche scoprendo che il mondo dei titoli è un
dramma e che ci sono tanti scrittori che si servono di collaboratori per la
scelta del titolo.
Perciò non fatevi scoraggiare da titoli
strani come “Il ragazzo che entrò dalla finestra e saltò nel mio letto” o che
magari non c’entrano niente con il contenuto del libro .
Andate oltre, anche qui: aprite il libro
e leggetelo.
L’ultimo motivo per cui un bravo
recensore non deve scartare un libro è se lo scrittore in questione usa uno
pseudonimo.
Lo pseudonimo è un nome d’arte, cosa che
nel mondo del cinema, della pittura, della scultura, della poesia, della musica
(ma anche in internet) è normale ma nel mondo della letteratura viene additati
come “truffa intellettuale”, “atto di vigliaccheria” o “volontà di sentirsi
superiori”.
Tutte cazzate.
Scegliere di usare uno pseudonimo è una
decisione personale che va a tutto vantaggio della privacy dello scrittore e
che crea un filtro di protezione fra la vita artistica e quella reale.
Fra l’altro moltissimi scrittori usano o
hanno usato pseudonimi (Stephen King, J.K. Rowling, Italo Svevo, Aldo
Palazzeschi, Sveva Casati Modignani…), ma i loro libri sono notissimi e un
sacco di persone li leggono senza problemi.
Perché allora il recensore non può andare
oltre il nome e guardare il contenuto del libro.
In fondo, ciò che conta di un libro è
ciò che viene raccontato e come viene raccontato.
Il resto è superfluo.