20 apr 2020

Il bosco delle more di gelso





TITOLO: Il bosco delle more di gelso
AUTORE: Filippo Mammoli
GENERE: Thriller
CASA EDITRICE: Jolly Roger

TRAMA
Un bambino abbandonato in fuga da tutto e da tutti, il cui nome è l'unica traccia per tentare di far luce sul suo oscuro passato. Un caso di omicidio avvenuto in circostanze singolari con un cadavere orrendamente deturpato e reso irriconoscibile, affidato al commissario Tarantini.
Due malviventi di Malaga, signori incontrastati nel loro quartiere malfamato, intenti ad arricchirsi alle spalle del loro capo. Toccherà al vulcanico commissario livornese trapiantato in Sicilia l'arduo compito di sbrogliare questi tre fili di una matassa ingarbugliata come le antiche reti della tonnara di Scopello dove tutto comincia e tutto finisce.
Si chiude così, con un colpo di scena finale, un cerchio che ha compiuto un giro larghissimo tra le battute sagaci e i colpi di genio di Tarantini, i deliri di onnipotenza e le malefatte dei criminali spagnoli e i flash improvvisi che tornano nella memoria del bambino per regolare i conti con un passato inquietante.

RECENSIONE
Un thriller con un evidente omaggio ad Andrea Camilleri, scomparso di recente.
Tarantini sembra un Montalbano del nord, un uomo tutto d’un pezzo con un forte senso della giustizia che non vuole arrendersi e lotta per andare oltre la superficie.
È così che Tarantini conosce il piccolo Ahmed, coinvolto in un gioco più grande di lui.
Un gioco dove entrano in scena la mafia, dove ci sono persone disposte a tutto pur di portare a termine i loro loschi piani.
Un gioco dove, se non si sta attenti, si perde la vita.
Il romanzo di Mammoli, di cui vi ho già parlato qui, è molto interessante e si fa leggere senza problemi.
La Sicilia è lo sfondo perfetto delle vicende e l’autore sa descrivere molto bene le asprezze e le contraddizioni di questa bellissima isola.
La storia è avvincente e i personaggi, da Tarantini ad Ahemd a Valeria (scoprirete chi è leggendo il libro), emozionano il lettore facendo così in modo da tenere sempre viva la sua attenzione.
Se proprio devo fare un appunto negativo, è in riferimento al fatto che l’autore abbia inserito delle frasi in spagnolo e in dialetto siciliano.
Avrei preferito un libro scritto tutto in italiano!

“Si fermò sconsolato e si mise a sedere su un tronco tagliato. Guardandosi intorno riconobbe gli alberi che aveva visto quasi ogni giorno per molti anni e si ricordò dei piccoli frutti che producevano. Il lavoro da compiere per riuscire a estrarli era piuttosto lungo e laborioso, ma non c'era niente di meglio nei paraggi, così decise di mettersi alla ricerca di qualche pigna.”

GIUDIZIO
Molto bello.