TITOLO: Il bosco delle more
di gelso
AUTORE: Filippo Mammoli
GENERE: Thriller
CASA EDITRICE: Jolly Roger
TRAMA
Un bambino abbandonato in fuga da
tutto e da tutti, il cui nome è l'unica traccia per tentare di far luce sul suo
oscuro passato. Un caso di omicidio avvenuto in circostanze singolari con un
cadavere orrendamente deturpato e reso irriconoscibile, affidato al commissario
Tarantini.
Due malviventi di Malaga, signori
incontrastati nel loro quartiere malfamato, intenti ad arricchirsi alle spalle
del loro capo. Toccherà al vulcanico commissario livornese trapiantato in
Sicilia l'arduo compito di sbrogliare questi tre fili di una matassa
ingarbugliata come le antiche reti della tonnara di Scopello dove tutto
comincia e tutto finisce.
Si chiude così, con un colpo di
scena finale, un cerchio che ha compiuto un giro larghissimo tra le battute
sagaci e i colpi di genio di Tarantini, i deliri di onnipotenza e le malefatte
dei criminali spagnoli e i flash improvvisi che tornano nella memoria del
bambino per regolare i conti con un passato inquietante.
RECENSIONE
Un thriller con un evidente omaggio ad Andrea Camilleri, scomparso di
recente.
Tarantini sembra un Montalbano del nord, un uomo tutto d’un pezzo con
un forte senso della giustizia che non vuole arrendersi e lotta per andare
oltre la superficie.
È così che Tarantini conosce il piccolo Ahmed, coinvolto in un gioco
più grande di lui.
Un gioco dove entrano in scena la mafia, dove ci sono persone disposte
a tutto pur di portare a termine i loro loschi piani.
Un gioco dove, se non si sta attenti, si perde la vita.
Il romanzo di Mammoli, di cui vi ho già parlato qui, è molto
interessante e si fa leggere senza problemi.
La Sicilia è lo sfondo perfetto delle vicende e l’autore sa descrivere
molto bene le asprezze e le contraddizioni di questa bellissima isola.
La storia è avvincente e i personaggi, da Tarantini ad Ahemd a Valeria
(scoprirete chi è leggendo il libro), emozionano il lettore facendo così in
modo da tenere sempre viva la sua attenzione.
Se proprio devo fare un appunto negativo, è in riferimento al fatto che
l’autore abbia inserito delle frasi in spagnolo e in dialetto siciliano.
Avrei preferito un libro scritto tutto in italiano!
“Si fermò sconsolato e si mise a
sedere su un tronco tagliato. Guardandosi intorno riconobbe gli alberi che
aveva visto quasi ogni giorno per molti anni e si ricordò dei piccoli frutti
che producevano. Il lavoro da compiere per riuscire a estrarli era piuttosto
lungo e laborioso, ma non c'era niente di meglio nei paraggi, così decise di
mettersi alla ricerca di qualche pigna.”
GIUDIZIO
Molto bello.