3 ago 2018

Berserkr



 
TITOLO: Berserkr
AUTORE: Alessio Del Debbio
GENERE: Urban Fantasy
PREZZO: 14,90 euro
PREZZO EBOOK: 2,99 euro
CASA EDITRICE: Dark Zone Edizioni

TRAMA
Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell’89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All’interno della ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo Spirito Protettore della Città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.

RECENSIONE
Un po’ urban, un po’ fantasy, un po’ ucronico, un po’ m/m con “quel tanto po’ di sesso che altrimenti, guai, come facciamo a mandare avanti la storia”, un po’ azione, un po’ giallo, un po’ insalatona anni Ottanta!
Premetto che questo libro ha vinto il secondo premio del concorso “Premio Cittadella 2018” ma, esattamente come accaduto per “La ragazza con la Leika” che ha vinto il “Premio Strega”, direi che il giudizio è davvero immeritato.
E i casi sono due: o questo era il meno peggio (e allora c’è da piangere), o vogliono abituarci a leggere libri di qualità discutibile.
Che dire?
Partiamo dal titolo, che ammicca neanche tanto vagamente al famoso fumetto “Berserk”: come ci sono i film che devono per forza citare titoli o strofe di canzoni famose, ora anche i libri devono richiamare altre opere per vendere.
Poi Berlino, dopo... sì, signori, dopo la Guerra Calda (dimenticatevi la Shoah e il nazismo, in barba alla Storia) e gli accordi dell’89 sulla spartizione in sette parti della città.
Ora, non so se l’autore abbia in mente il fatto che ucronia non significa completo stravolgimento della Storia reale ma “creare un’alternativa che stia il più possibile in linea coi fatti realmente accaduti”. Ci sono tantissimi scrittori (cito solo qualcuno che amo: Ken Follett, Umberto Eco, Francesca A. Vanni, Andrea Frediani, Valerio Massimo Manfredi...) che sanno fare ucronia alla grande.
Del Debbio no, perché unisce l’ucronia al fantasy e diventa “un mappazzone”: ci sono mondi alla Tolkien, streghe, nani, elfi, orsi, frizzi e lazzi.
E poi c’è il classico eroe tormentato, la spalla che non sa fare niente, l’antagonista senza un perché...
Metteteci poi che dal secondo capitolo questo libro diventa leggero da leggere come un testo di fisica applicata, e allora abbiamo fatto la frittata.

“Ulrik correva nella notte. Tutto attorno il bosco bruciava, divorato da fiamme d’ombra.
Si guardò indietro; suo padre l’aveva intimato di non farlo mai, ma lui voleva sapere dove fosse. L’aveva cacciato via ed era rimasto con altri uomini a combattere e lui voleva sapere se stava bene. Doveva stare bene.
Non si accorse di una radice sporgente e ruzzolò a terra, battendo la testa.”

GIUDIZIO
Ma anche no!