TITOLO: Il piccolo amico
AUTORE: Donna Tartt
GENERE: Thriller
PREZZO: 11 euro
PREZZO
EBOOK: 7,99 euro
CASA
EDITRICE: BUR
TRAMA
Un'ombra
cupa si stende sull'infanzia di Harriet Cleve, che cresce con la famiglia in
una cittadina del Mississippi: è l'omicidio, senza colpevoli, del fratello
Robin, impiccato a un albero del giardino quando lei era appena nata. Quella
tragedia ha segnato tutta la famiglia, che non è più riuscita a superare il
dolore. Per Harriet, Robin è il "piccolo amico", il legame con un
passato felice che lei conosce solo attraverso le fotografie, i ricordi, i
racconti dei familiari. Così, nell'estate in cui compie dodici anni, decide di
scoprire l'assassino del fratello e di compiere la sua vendetta.
RECENSIONE
La vicenda si svolge nella città
immaginaria di Alexandria nello stato del Mississippi nei primi anni Settanta,
ma l'antefatto si svolge una decina d'anni prima: il piccolo Robin viene
impiccato a un albero del suo giardino e le indagini non riescono a
identificare l'assassino.
Harriet Cleve Dufresnes, sorella minore
di Robin, quando compie dodici anni pensa di aver capito chi è il colpevole e
decide di vendicare la morte del fratello. La aiuta Hely, il classico amico friendzonato
succube ma non troppo, insieme al quale mette in atto alcune imprese piuttosto idiote
che non portano da nessuna parte.
Harriet sospetta un vecchio amico di
Robin, Danny Ratliff, sbandato e drogatissimo, e dà inizio alla caccia.
Da qui, se ancora come è successo a me,
non avete provato l’ardente desiderio di chiudere il libro o cancellare il file
dal reader, preparatevi alla noia mortale.
Tutto scorre a rallentatore, sembra un
film d’essai che tutti vanno a vedere “per moda” ma del quale non si capisce
niente con inquadrature messe a caso e una storia che non scorre.
Nessuna situazione si risolve o si
chiarisce e a quanto pare a Donna Tartt poco interessa se il lettore resta a
bocca aperta a chiedersi come ha fatto a essere così imbecille da andare avanti
per la bellezza di 681 pagine piene di virgole usate alla “come viene viene”
sperando di scoprire almeno la soluzione del mistero che mette in moto tutto
quanto.
Il finale, lento pure quello fino a
rasentare l’angoscia, è assolutamente insipido.
E per finire in bellezza, siccome siamo
nel profondo sud degli Stati Uniti, preparatevi a trovare anche la cameriera di
colore politically correct.
Da taglio di vene.
“Tutta
la vita Charlotte Cleve si sarebbe sentita in colpa per la morte del figlio,
essendo stata sua la decisione di pranzare, in occasione della Festa della
Mamma, alle sei del pomeriggio invece che a mezzogiorno, dopo la messa, come i
Cleve avevano sempre fatto.”
(Ed è solo l’incipit!)
GIUDIZIO
Ottimo per favorire il sonno.