TITOLO: Phantomatìk
AUTORE: Gianluca Agomeri
GENERE: Thriller
CASA
EDITRICE: GDS Edizioni
TRAMA
La
criminalità organizzata si sta rafforzando e i Servizi Segreti faticano a
seguirne le tracce.
Un
misterioso giustiziere mascherato dalla forza sovrumana, nel frattempo,
combatte una battaglia personale contro la malavita. Eroe o fuorilegge?
È
il dilemma che presto dovrà affrontare Miriam Piccoli, agente operativo
dell'Intelligence il cui destino si intreccerà con quello del superuomo
dall'identità sconosciuta. Intanto, la temuta banda criminale della Signora si
prepara a colpire...
RECENSIONE
Un po’ Diabolik, un po’ Batman: ecco Phantomatìk.
Però non aspettatevi Gotham City, né le
ambientazioni mozzafiato delle sorelle Giussani.
Siamo in Italia e questo già mi tira un
po’ giù il giudizio. Ragazzi miei, sapete come sono fatta: ci sono generi che
hanno bisogno della giusta collocazione per dare il massimo.
Ve lo immaginate, per esempio, Batman in
Italia? Andiamo a ridere! Al posto del Joker chi si trovava, la vecchina
impicciona affacciata alla finestra e pronta a fare “spetteguless”?
Va beh, ambientazione a parte il libro è
ben fatto e di questo sono molto felice.
Giocato sui ritmi del fumetto Marvel/DC,
presenta la classica figura del supereroe in bilico fra il bene e il male, in
un eterno conflitto che ho adorato.
A dargli la caccia è Miriam e con lei ci
sono tante altre donne, diverse ma complementari, forti e fragili, diaboliche e
angeliche.
Si può dire che il libro sia un romanzo
“girl power”, e anche questo funziona sebbene avrei preferito un equilibrio
migliore.
Non amo le donne zerbino, ma nemmeno gli
uomini macchietta relegati all’ultimo posto.
Il finale me l’aspettavo, leggendo
attentamente un’idea me l’ero fatta: questo tuttavia non vuol dire che il libro
non abbia il giusto ritmo e non sappia tenere il lettore col fiato sospeso.
“Quando
Miriam Piccoli entrò nella sala riunioni, tutti i presenti si voltarono a
osservarla in silenzio. Si muoveva con l’aiuto di due stampelle e aveva la
testa fasciata. Era una donna dall’espressione costantemente imbronciata, con
una smorfia di disgusto verso il mondo stampata sulla bocca. Aveva i capelli
biondi e corti sui lati e sulla nuca, un po’ più lunghi sopra, abitualmente
pettinati con una frangia scolpita con il gel che però quella mattina non aveva
potuto fare. Era alta e robusta, una prestanza fisica che riusciva a intimorire
i suoi colleghi maschi quanto il suo carattere intrattabile di una persona che
amava costantemente immergersi nel ruolo della combattente forte e dura. In
quel momento indossava una tuta da ginnastica grigia, di quelle usate per le
esercitazioni, che se addosso alle altre donne faceva perdere fascino, su di
lei calzava a pennello.”
GIUDIZIO
Pronto a
spiccare il volo, ma occorreva qualcosa di più. Promosso comunque, con un bel
9/10!