11 dic 2019

Omega momenti perduti



TITOLO: Omega: Momenti perduti (Racconti)
AUTORE: Licia Oliviero
GENERE: Urban fantasy
CASA EDITRICE: StreetLib Self-publishing. Ebook gratis nei formati epub/kindle nei negozi StreetLib Store e Kobo Store.
           
TRAMA
Ci sono momenti che si sono smarriti e non hanno trovato posto in Omega: La fine è solo il principio, attimi fugaci, pensieri e azioni che sono rimasti sullo sfondo, incastrati tra gli spazi bianchi delle pagine oppure avvenuti prima della storia narrata nel romanzo. Vi va di scoprirli attraverso sei brevi racconti?
Come si sono conosciuti Bryan e Meg, quando erano entrambi più giovani eppure già privi d'innocenza? Qual è stato il primo contatto con il soprannaturale per Suzanne e per Charlinne, quando erano ben lontane dall'essere le cacciatrici di mostri che sarebbero diventate? Come è nata l'amicizia tra Meg e Johanna? Quattro storie ambientate in anni diversi e in luoghi diversi, prequel di Omega: La fine è solo il principio più altre due che riprendono gli avvenimenti del romanzo da due diversi punti di vista: quello di Marcos e quello di Andris.

RECENSIONE
Ogni volta che mi trovo di fronte a un midquel mi domando sempre se vale la pena leggerlo.
A volte sì, a volte no, dipende dai casi.
In questo caso sì, valeva la pena di leggere questo breve libro perché serve per chiarire alcuni punti lasciati in sospeso nel primo volume della saga.
I racconti sono scritti analizzando ogni volta un personaggio diverso e per quanto non ami l’uso del pov come narrazione (io sono per il narratore onnisciente) capisco che è stato necessario per aiutare il lettore ad avvicinarsi di più ai protagonisti.
Quello che mi ha colpito di più riguarda Suzanne e Charlinne: è veramente forte, ma non vi spoilero niente.

“Scomparsa. Nove lettere con cui le persone ormai definivano sua sorella. Come se bastasse questo perché lei andasse avanti.
Ma scomparsa non voleva dire morta, anche se molti intendevano proprio questo, Suzanne lo aveva visto sin da subito negli sguardi di pietà che le rivolgevano, nelle carezze e negli abbracci
non voluti, nelle voci querule con cui le chiedevano come stesse, scrutandola in cerca di segni di debolezza o di crollo.”

GIUDIZIO
Bello e utile.

4 dic 2019

Fiori sopra l'inferno




TITOLO: Fiori sopra l’inferno
AUTORE: Ilaria Tuti
GENERE: Thriller
CASA EDITRICE: Longanesi

TRAMA
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».

RECENSIONE
Non fatevi ingannare dalla trama, per fortuna il libro è scritto in terza persona.
Ci tenevo a dirlo a scanso di equivoci!
Dunque, vediamo un po’ da dove cominciare. Prima ancora che mi inviassero questo libro da recensire sapevo chi era Ilaria Tuti e non perché avessi mai letto qualcosa di lei ma perché praticamente era un caso editoriale ancora prima della pubblicazione del romanzo.
Me l’hanno presentata come la versione femminile di Donato Carrisi e di Jo Nesbø, quindi ero partita con l’aspettativa di leggere un thriller pazzesco.
E all’inizio tutto andava bene.
Il bosco, unico vero protagonista del libro, si presentava benissimo come un cattivo d’eccellenza che domina imperituro sul paese dove Teresa Battaglia e gli altri personaggi del libro si muovono cercando di risolvere il caso di omicidio.
Poi sono iniziati i problemi, che vi elenco di seguito.
Teresa è empatica come un merluzzo, dice di avere una memoria di ferro ma soffre di Alzheimer (dai ma parliamo sul serio?!), è maleducata e presuntuosa all’inverosimile.
Il suo “pov” si sovrappone a quello degli altri personaggi, creando un mescolone insopportabile.
Lo stile dell’autrice è lento, pieno di retorica fine a se stessa e di “furbate” atte solo ad allungare la narrazione che non porta da nessuna parte già dopo la trentesima pagina.
Diciamo che questo ennesimo caso editoriale ce lo potevano pure risparmiare.

“Il corvo giaceva a lato del sentiero, le piume dai riflessi violacei in disordine e il becco spalancato. Una macchia di sangue aveva impregnato la terra sotto il ventre gonfio, ma era già secca nonostante l’umidità del pomeriggio.
Chissà da quanto tempo la bestiola era lì, un occhio vitreo puntato sul cielo che prometteva neve, l’altro perso chissà dove.”

GIUDIZIO
Una palla al piede.