TITOLO: L’incubo di Hill
House
AUTORE: Shirley Jackson
GENERE: Horror
CASA
EDITRICE: Adelphi
TRAMA
Chiunque
abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da
sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le
vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più
semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati,
allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto
potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile
e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento
paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa -
con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a
scegliere, per sempre, Eleanor Vance.
RECENSIONE
Cosa si cela dietro la bella serie
firmata Netflix “The haunting of Hill House” e il film "Presenze" con Liam Neeson e Cathrine Zeta Jones?
Semplice, il romanzo di Shirley Jackson “L’incubo
di Hill House” definito non a torto uno dei migliori libri di fantasmi del
Ventesimo secolo.
Tutto inizia con il professor Montague,
studioso del paranormale e della percezione extrasensoriale, che decide di fare
un esperimento a Hill House e di portare con sé dei collaboratori. A lui si
aggiungono quindi Luke, il legittimo erede di Hill House; Theodora, una ragazza
carismatica e sicura di sé ed Eleanor, una donna instabile, fragile e paranoica
che è anche la narratrice della storia.
Ciò che accade fra le pagine del libro
mette davvero i brividi, è degno del migliore Stephen King (che non a caso è un
ammiratore della Jackson).
La casa sembra prendere vita, ma ciò che
avviene al suo interno è talmente incredibile e raccapricciante che il lettore
è portato a credere che sia tutto frutto della mente dei personaggi.
Ma l’autrice non ce lo conferma mai,
anzi calca proprio la mano sul fatto che sia tutto basato su una storia vera (e
a quanto pare, come è successo ad Amityville, si dice che sia così).
E alla fine rimane il dubbio, che
angoscia più della storia stessa.
«La
paura» disse il professore «è la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario
di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non
possiamo andarle incontro a metà strada».
GIUDIZIO
Fenomenale!