25 apr 2019

Le sette sorelle



 
TITOLO: Le sette sorelle
AUTORE: Lucinda Riley
GENERE: Romanzo
CASA EDITRICE: Giunti

TRAMA
Bellissima eppure timida e solitaria, Maia è l'unica delle sue sorelle ad abitare ancora con il padre ad Atlantis, lo splendido castello sul lago di Ginevra. Ma proprio mentre si trova a Londra da un'amica, giunge improvvisa la telefonata della governante. Pa' Salt è morto.
Quel padre generoso e carismatico, che le ha adottate da bambine raccogliendole da ogni angolo del mondo e dando a ciascuna il nome di una stella, era un uomo di cui nessuno, nemmeno il suo avvocato e amico di sempre, conosceva il passato. Rientrate precipitosamente nella villa, le sorelle scoprono il singolare testamento: una sfera armillare, i cui anelli recano incise alcune coordinate misteriose.
Maia sarà la prima a volerle decifrare e a trovare il coraggio di partire alla ricerca delle sue origini. Un viaggio che la porterà nel cuore pulsante di Rio de Janeiro, dove un vecchio plico di lettere le farà rivivere l'emozionante storia della sua antenata Izabela, di cui ha ereditato l'incantevole bellezza. Con l'aiuto dell'affascinante scrittore Floriano, Maia riporterà alla luce il segreto di un amore sbocciato nella Parigi bohémienne degli anni '20, inestricabilmente legato alla costruzione della statua del Cristo che torreggia maestosa su Rio. Una vicenda destinata a stravolgere la vita di Maia.

RECENSIONE
Mi sono sempre detta: mai giudicare un autore senza aver mai letto un suo libro.
Fedele al mio credo, ho deciso di provare a leggere un libro di Lucinda Riley che risulta essere una scrittrice molto amata anche da tantissimi bookblogger.
Ho così letto “Le sette sorelle”, primo libro dell’omonima saga.
Che dire?
Ci sono sette sorelle, chiarissimo, tutte con una storia allegrissima che Candy Candy in confronto era una ragazza fortunata, tutte adottare da questo Salt che è un miliardario con uno strano mistero che aleggia tanto su di lui quanto sulle ragazze che partono (una alla volta, mi raccomando, che scrivere un libro unico non si poteva) per andare nel mondo e scoprire le loro origini nel tentativo di risolvere questo mistero.
Se solo la Riley avesse un po’ più accennato al mistero, alla storia di Salt, forse avrei anche deciso di leggere i libri successivi.
Ma dopo un libro dove ci sono interi capitoli fatti di inutili descrizioni, dove la sola cosa “importante” che succede è l’innamoramento di Maia e Floriano, dove non c’è pathos e dove ci sono scene totalmente fuori dalla realtà non proseguirò oltre.

“«Se n’è andato» sussurrai. «Andato per sempre. Non lo rivedrò mai più.»
Pronunciai queste parole pensando che sarei scoppiata a piangere, invece non accadde nulla. Rimasi seduta lì, come se mi avessero anestetizzato, concentrandomi sulle questioni pratiche. Innanzitutto dovevo avvisare le mie sorelle – tutte e cinque – e l’idea mi angosciava. Cercai di decidere chi chiamare per prima; inevitabilmente la scelta ricadde su Tiggy, la penultima, la sorella alla quale mi ero sempre sentita più legata.”

GIUDIZIO
Tutto il libro è noia!

18 apr 2019

L'incubo di Hill House



 
TITOLO: L’incubo di Hill House
AUTORE: Shirley Jackson
GENERE: Horror
CASA EDITRICE: Adelphi

TRAMA
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.

RECENSIONE
Cosa si cela dietro la bella serie firmata Netflix “The haunting of Hill House” e il film "Presenze" con Liam Neeson e Cathrine Zeta Jones?
Semplice, il romanzo di Shirley Jackson “L’incubo di Hill House” definito non a torto uno dei migliori libri di fantasmi del Ventesimo secolo.
Tutto inizia con il professor Montague, studioso del paranormale e della percezione extrasensoriale, che decide di fare un esperimento a Hill House e di portare con sé dei collaboratori. A lui si aggiungono quindi Luke, il legittimo erede di Hill House; Theodora, una ragazza carismatica e sicura di sé ed Eleanor, una donna instabile, fragile e paranoica che è anche la narratrice della storia.
Ciò che accade fra le pagine del libro mette davvero i brividi, è degno del migliore Stephen King (che non a caso è un ammiratore della Jackson).
La casa sembra prendere vita, ma ciò che avviene al suo interno è talmente incredibile e raccapricciante che il lettore è portato a credere che sia tutto frutto della mente dei personaggi.
Ma l’autrice non ce lo conferma mai, anzi calca proprio la mano sul fatto che sia tutto basato su una storia vera (e a quanto pare, come è successo ad Amityville, si dice che sia così).
E alla fine rimane il dubbio, che angoscia più della storia stessa.

«La paura» disse il professore «è la rinuncia alla logica, l’abbandono volontario di ogni schema razionale. O ci arrendiamo alla paura o la combattiamo; non possiamo andarle incontro a metà strada».

GIUDIZIO
Fenomenale!

11 apr 2019

Nessun legame



 
TITOLO: Nessun legame
AUTORE: Ivy D. Morgan
GENERE: Romanzo / New Adult
CASA EDITRICE: Self Publishing

TRAMA
Jonathan. Un passato solitario e turbolento da cui fuggire.
Un presente fatto di sopravvivenza e solitudine.
Valerie. Un passato sofferto e doloroso da dimenticare.
Un presente fatto di rinunce e assenze.
Estremamente diversi, eppure così simili.
Un evento improvviso e violento li porterà a incontrarsi e a entrare in punta di piedi l’uno nella vita dell’altra. Nonostante la ritrosia di Valerie a lasciarsi andare e il timore di Jonathan di legarsi a qualcuno, sapranno capirsi e sostenersi come solo due anime affini possono fare.
Il passato beffardo, però, si farà avanti in maniera del tutto inattesa, scombinando le loro vite in maniera imprevedibile.
Saranno in grado di scrollarsi di dosso timori e inquietudini o continueranno la loro vita senza cedere al bisogno d’amore?

RECENSIONE
Con questo libro mi immergo nel mondo dei New Adult, un genere che ammetto non esploro moltissimo ma che a volte riserva piacevoli e interessanti sorprese, come accade con questo romanzo dell’autrice esordiente Ivy D. Morgan.
I protagonisti, Valerie e Jonathan, hanno un passato devastante: la prima è stata violentata dal patrigno e il secondo ha avuto un padre violento.
Entrambi si sono “salvati” fuggendo ma in realtà salvi non sono perché portano pesanti cicatrici nell’animo che li hanno segnati per sempre.
Poi si incontrano, per caso, e...
E nulla, io odio lo spoiler quindi se volete sapere come va a finire comprate il libro!
Cosa posso dire personalmente?
Che la narrazione in prima persona questa volta mi è piaciuta molto, perché aiuta il lettore a immedesimarsi meglio negli animi dei due ragazzi.
Lo stile scorre bene, anche se in alcuni punti è ancora un pochino acerbo ma poco male perché è indice del fatto che l’autrice può migliorare e sono sicura che lo farà con le sue prossime pubblicazioni.
Nota di merito è il fatto di aver voluto affrontare un argomento spinoso e difficile come quello della violenza infantile.

“Non ho neppure il coraggio di guardarlo, mi limito a fissare la punta dei miei scarponi. Con la coda dell’occhio mi accorgo che si piega un po’ in avanti e poggia i gomiti sulle ginocchia, lo sguardo cupo rivolto a terra.
Con un sospiro faccio un paio di passi e gli siedo accanto.
Vorrei che la smettesse di salvarmi e tirarmi fuori dai guai. In questi anni sono sempre riuscita a cavarmela da sola senza chiedere aiuto, senza rubare, senza abbassarmi a fare qualcosa di cui vergognarmi o che fosse poco decoroso. Fino a tre mesi fa, quando il mio patrigno mi ha ritrovata e sono dovuta scappare un’altra volta, abbandonando il mio piccolo nido che credevo sicuro e le mie misere certezze. Non so come abbia fatto visto che da quando sono scappata uso un’altra identità.”
  
GIUDIZIO
Gran bel libro!

4 apr 2019

L'amica geniale (saga)




TITOLO: L’amica geniale (saga composta da quattro volumi)
AUTORE: Elena Ferrante
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: E/O

TRAMA
Le due bambine si tengono la mano su per la scala buia e polverosa della vita. Il loro mondo è quello di un rione povero di Napoli, pare un paese sperduto, la città è appena dietro la collina ma sembra già un’altra realtà. Nelle strade, fra i palazzi la voce della violenza impesta l’aria, memorie di tempi lontani che affondano le radici ben prima della nascita delle due protagoniste del libro di Elena Ferrante, L’amica geniale. L’infanzia di Lila e Lenù è un’infanzia di brutalità, di pietre in faccia, di sangue, di urla contro i genitori, di voli fuori dalla finestra scaraventate da padri imbufalitié[...]
Ma l’infanzia finisce e l’adolescenza stravolge tutto, Lila non può proseguire gli studi perché i genitori sono troppo poveri. Solo Lenù continuerà la scuola e sarà l’unica sua ricchezza, l’unica forza.
Questa è la storia dell’evolversi della vita attorno a quella stretta di mano nata durante l’infanzia. Le bambine crescono, cambiano, si osservano, si invidiano, si stimano, si amano. Sono l’una l’amica geniale dell’altra, lo specchio dentro cui osservare se stesse e la povertà di Napoli.
Non è questo un romanzo dalle grandi rivelazioni, di quella violenza del sud incancrenita e tramandata di generazione in generazione s’è già parlato molto, da Sciascia fino a Saviano. Eppure la scrittura luminosa di Elena Ferrante imbriglia la lettura e la trascina. E la storia è viva più che mai, le due ragazzine crescono sotto i nostri occhi con tutte quelle sfumature psicologiche che danno un’impronta profonda alla narrazione. La casa editrice e/o ha annunciato per i prossimi mesi altri volumi di Elena Ferrante sulla giovinezza, la maturità e la vecchiaia delle due amiche ‘geniali’. Sarà un raro esempio di romanzo di formazione italiano?

RECENSIONE
Sarà un raro esempio di romanzo di formazione italiano?
No.
No.
No.
Non bastano una candidatura al Premio Strega 2015 né gli osanna di giornali o di “blogger influencer della letteratura” a fare di questa saga un capolavoro.
L’ho letta tutta, non potete immaginare quale fatica immane sia stata arrivare alla fine del quarto e grazie al cielo ultimo volume.
Tanto per cominciare, la gran rottura di scatole degli aggettivi scontati e degli accostamenti più che prevedibili: si comprende cosa le sfigate protagoniste faranno venti pagine prima che il “fattaccio” accada e lo stesso dicasi per tutta la buffa corte dei miracoli che si portano appresso sullo sfondo di una Napoli talmente inverosimile che sembra l’ambientazione postatomica dell’anime di Ken Shiro con il 5x1000 alla Chiesa Cattolica annesso.
La narrazione scorre ma non decolla, non ci sono quegli elementi necessari per trasformare questa “opera magna” in un vero romanzo di formazione, spesso le scene sono buttate a caso e già dal secondo volume si evince che la Ferrante ha capito come far soldi ma non come scrivere bei libri.
E poi basta narrare al presente, che palle!
È una storia infantile, di quelle che leggi per far passare il tempo o se vuoi addormentarti.
Dulcis in fundo, viene il dubbio di sapere se chi ha seguito questa saga lo ha fatto per scoprire come finiva la storia o per sapere chi si cela dietro il misterioso pseudonimo di Elena Ferrante.

“Era stata colpa sua. In un tempo non troppo distante – dieci giorni, un mese, chi lo sa, ignoravamo tutto del tempo, allora – mi aveva preso la bambola a tradimento e l’aveva buttata in fondo a uno scantinato.”

GIUDIZIO
Non ci siamo.