26 ott 2018

Notti in bianco, baci a colazione




TITOLO: Notti in bianco baci a colazione
AUTORE: Matteo Bussola
GENERE: Romanzo
CASA EDITRICE: Einaudi

TRAMA
Il respiro di tua figlia che ti dorme addosso sbavandoti la felpa. Le notti passate a lavorare e quelle a vegliare le bambine. Le domande difficili che ti costringono a cercare le parole. Le trecce venute male, le scarpe da allacciare, il solletico, i «lecconi», i baci a tutte le ore. Sono questi gli istanti di irripetibile normalità che Matteo Bussola cattura con felicità ed esattezza. Perché a volte, proprio guardando ciò che sembra scontato, troviamo inaspettatamente il senso di ogni cosa. Padre di tre figlie piccole, Matteo sa restituirne lo sguardo stupito, lo stesso con cui, da quando sono nate, anche lui prova a osservare il mondo. Dialoghi strampalati, buffe scene domestiche, riflessioni sottovoce che dopo la lettura continuano a risuonare in testa. Nell’«abitudine di restare» si scopre una libertà inattesa, nei gesti della vita di ogni giorno si scopre quanto poetica possa essere la paternità.

RECENSIONE
Quando io parlo di cattiva editoria e ribadisco che in Italia c’è un’esplosione di autori troppo raccomandati, non lo dico per caso.
Ogni anno nel nostro paese decine di autori validissimi si affacciano nel mondo della pubblicazione, spesso appoggiandosi a case self perché non hanno abbastanza denaro per pagare una grande casa editrice o perché non sono abbastanza raccomandati.
Poi ci sono i casi come Matteo Bussola che da fumettista della Sergio Bonelli Editore e presentatore di serate letterarie alla Coop (vai con la cultura) trova “l’aggancino” con l’Einaudi e diventa mister caso editoriale.
Ma siamo in Italia, cosa potevamo aspettarci?
Passiamo al libro.
Credo che questo sia il trionfo della non letteratura, la caduta a peso morto della capacità di scrivere e la morte ad libitum della figura dello scrittore serio come lo intendo io.
È un libro a prova di cretini, perché non occorre un QI molto elevati per leggerlo (e per apprezzarlo ne occorre uno ancora più basso).
Come si può infatti considerare libro un “manuale per genitori moderni” composto da post di facebook?
Giuro non scherzo, questo è un libro di 175 pagine composto solo da post di facebook dove si raccontano piccoli episodi stile famiglia del Mulino Bianco (e senza Rosita, accidenti!), una famiglia splendida dove nessuno sbaglia, nessuno viene rimproverato, tutti sono allegri e felici (e pure drogati, secondo me) e dove la vita si è stanziata ad un livello social-adolescenziale senza spazio per malintesi, incazzature, imprevisti, insomma tutto quello che rende la vita reale.
È come essere costretti a mangiare dieci tavolette di cioccolato bianco senza bere acqua né poter sputare. Uno schifo.

“Quando siamo entrati, essendo io l’unico papà presente, mi hanno squadrato come se un Unno ubriaco e nudo avesse fatto irruzione nella loro cartolina natalizia. È durata solo qualche secondo, perché io alle mamme faccio simpatia.
Dopo circa tre minuti la Maria Carla mi stava parlando dei suoi problemi di cervicale ["la Maria Carla"?! Ma il revisore dormiva?], la mamma di Mattia mi diceva che somiglio a coso quello là insomma hai capito dài, e la madre della festeggiata mi ha portato un panino col salame.”

GIUDIZIO
Buono per i camini.

19 ott 2018

L'amore brucia come zolfo




TITOLO: L’amore brucia come zolfo
AUTORE: Lucia Maria Collerone
GENERE: Storico
CASA EDITRICE: Indipendently published

TRAMA
L’opera è un romanzo storico ambientato nella città di Caltanissetta nel momento in cui essa è il centro mondiale dello zolfo e la grande storia dell’Indipendenza dell’Italia e dell’economia basata sull’estrazione dello zolfo fanno da sfondo alle vicende sociali e umane di due classi sociali: quelle degli zolfatari e delle loro donne, che lottano duramente per sopravvivere in condizioni di vita e di lavoro disumane e aberranti e dei nobili padroni delle miniere che gestiscono la ricchezza e governano le povere, disperate dei “diavoli della pirrera”. Molte storie s’intrecciano con il loro carico di sofferenza e umanità, esseri umani schiacciati dalla povertà assoluta e dalla disperazione, che si ergono a titani e non arretrano davanti al dolore, alla crudeltà del reale e rispondono alla vita con coraggio e forza sorprendenti. Ci sono uomini che le convenzioni sociali stigmatizzano e costringono in scelte di vita senza scampo, senza libertà. Protagonista è Cecilia eroina tragica che spicca prepotentemente per la sua bellezza d’animo, la sua capacità d’amore abnegazione per la famiglia, per la sua capacità di sognare oltre il reale e che accetta la prigionia di un amore dorato per sfuggire all’abbandono, alla solitudine, ai pregiudizi che la avvolgono in una comunità becera e incapace di condivisione, troppo oppressa dalle sofferenza di una vita meschina. Cecilia è sola in un mondo dove l’anello debole è la donna, dove quando una donna non ha un uomo a proteggerla essa può solo diventare una prostituta. La sua bellezza particolare, diversa, quasi regale e la sua furbizia arguta, nonché la sua intelligenza operosa, la rendono appetibile agli occhi del barone che lei incontra e seduce quando è poco più che una bambina. L’intreccio assorbe per il turbinio delle azioni, per il continuo cambio di azione e di situazione, per i capovolgimenti e gli eventi, che non coinvolgono solo Cecilia, ma tutto il mondo che è intorno a lei sia umano che storico. La scrittura è veloce e curata nei particolari, crea immagini vivide e forti che nella mente del lettore diventano come scene da un film. La storia narrata ha la sua fonte in una storia vera, realmente vissuta, i personaggi sono realmente esistiti e l’impianto della cornice è storicamente circostanziato e corrispondente al vero storico. Ciò che, invece, è frutto della creatività dell’autrice, è la ricostruzione della storia d’amore, che pur essendo realmente esistita, nel suo dispiegarsi e nell’evolvere dei fatti,è frutto della fantasia narrativa dell’autrice e della narrazione orale di chi è stato realmente a contatto con i protagonisti.

RECENSIONE
Non ho guardato il booktrailer, come sapete io detesto cordialmente qualsiasi tentativo di fare pubblicità ai libri con dei video: o si legge un libro, o si vede un film.
Quindi, come si dovrebbe fare, ho letto il libro senza anticipazioni e spoiler.
E allora, glielo diamo un calcio nel sedere a Giovanni Verga e ai suoi romanzi sfigati dove se non succedono disgrazie a profusione non va bene?!
La Collerone mi ha regalato una Sicilia stupenda, che non conoscevo, fatta di profumi, luoghi meravigliosi e atmosfere che incantano.
E la storia, poi, è molto ben raccontata.
Cecilia e il suo amore, il Barone, stretti in una morsa di odio, divergenze sociali e paura degna di “Romeo e Giulietta”, due persone che dovranno lottare con le unghie e con i denti e se volete sapere come finisce, ormai lo sapete, leggete il libro!
Lo stile è dettagliato, pulito, scorrevole e non ci si annoia mentre si leggono le avventure (o disavventure, dipende) dei protagonisti.
Ogni tanto si incontra qualche forma dialettale, ma ammetto che non mi ha creato difficoltà nel capire il senso della storia.
Mi è piaciuta l’attenzione che l’autrice ha prestato nella ricostruzione storica di una Caltanissetta ottocentesca che, seppure ovviamente io non ho mai visto, leggendo il libro mi sembrava di conoscere molto bene.

“Da chi pigliò?” ognuno chiedeva a sua madre e lei diventava come il fuoco, come il diavolo sotto i piedi di San Michele.
“Che ne so… dalla parte di suo padre! Nella mia famiglia non ce ne sono diavuli.” chiudeva con una voce frusta sua madre e le dava uno strattone.
Papà suo, invece, ogni volta che la guardava le diceva che era proprio una principessa sveva, che di sicuro nelle sue vene c’era sangue nobile, della casata di …e poi diceva un nome buffo, una cosa come oestaffen…tedesco diceva papà, che sapeva leggere e scrivere e conosceva tante cose.
Sua madre, allora, interveniva e gli diceva aspra:
“Non ci mettere fesserie per la testa, lei non è nata da una principessa e tu lo sai, è la figlia di un povero mischino surfataru, altro che principessa! Deve imparare a fare la serva, ecco cosa deve fare. E tu, principessa, prenditi la brocca e vai a prendere l’acqua e poi, svuota il rinale.”

GIUDIZIO
Da leggere!

12 ott 2018

Super P e Magic Dog




TITOLO: Super P e Magic Dog ((Dis) avventure ai confini dell'Universo Vol. 2)
AUTORE: Giuseppe Zolli
GENERE: Fantascienza
CASA EDITRICE: StreetLib selfpublishing

TRAMA
Che cos'è veramente il ristorante Ai confini dell'Universo?
E chi ha avuto la grandiosa idea di costruirlo in una regione così remota del cosmo?
Forse non tutto è proprio così come sembra e potrebbe davvero esserci una ragione più profonda dietro la sua esistenza.
Ma, nel frattempo che questo insondabile mistero venga svelato, Pilas può finalmente godersi una settimana di meritato riposo.
O forse no.
Già, perché dalle fredde e oscure profondità dello spazio qualcosa sta puntando dritto ed inevitabilmente verso quel pianeta verde e blu chiamato Terra.

RECENSIONE
È un libro difficile da recensire, ma non perché abbia riscontrato problemi con la lettura (anzi!), è solo che se scrivo una parola di troppo rischio di spoilerare le nuove incredibili avventure di Pilas e del suo cagnolino Lelapo, che personalmente adoro alla follia tant’è che gli regalo il premio di personaggio più tenero di tutto il romanzo.
Cosa dire, dunque?
Sappiate che questo libro funziona un po’ come una matrioska, più del romanzo che lo ha preceduto: ogni capitolo è un pezzo che si incastra con il successivo in un susseguirsi di avventure, misteri e ironia.
Mi è piaciuta moltissimo la spiegazione che l’autore dà della nascita dell’universo e dei miti greci, ma anche qui non anticipo niente.
Se volete scoprire cosa accade, dovrete leggere il romanzo.
Vi dico solo una cosa: considerate questo secondo libro non tanto come un sequel ma come un prequel, perché qui vengono spiegate le origini di tutto quanto.
Lo stile dell’autore è sempre graffiante, accattivante ed è impossibile annoiarsi.
A quando il prossimo (speriamo ci sia) volume?

“Ma, nonostante le sue dimensioni, l’Universo era un posto davvero monotono e noioso.
Palle che ruotavano attorno ad altre palle più o meno grandi e luminose, mostri oscuri che aspiravano tutto ciò che capitava loro a tiro solo per risputare fuori ogni cosa dopo aver masticato un po’.
E in quella psichedelica e a tratti incomprensibile giostra di creazione e distruzione aleggiava un infinito senso di tristezza e di solitudine.
Fino a quando, su un lontano pianeta ai limiti del cosmo, uno di quelli che per primi si erano formati e che sedevano proprio ed inequivocabilmente sulla linea di confine tra il nulla e la materia esistente, ebbe luogo un fenomeno inaspettato, ma, al tempo stesso, inevitabile: la comparsa della vita.”

GIUDIZIO
Promosso!

9 ott 2018

Una scrittrice da dimenticare: Anna Piediscalzi



Ci sono scrittori seri e scrittori poco professionali.
Oggi vi parlerò di una di questi, Anna Piediscalzi autrice dei libri “I racconti di Sharazan”.

 
Ciò che penso dei libri, che mi sono stati gentilmente inviati dalla CE Feltrinelli per essere letti e recensiti, lo trovate nel mio post datato 8 giugno 2018.
È una recensione positiva?
No e io non ho mai fatto mistero di fare sia recensioni positive che negative, tutte concretamente motivate: è scritto da sempre nella mia pagina di presentazione e da oggi per coloro che hanno difficoltà a usare il mouse lo potrete leggere anche nella colonna gadget del blog.

Cosa fa questa signora?
Non viene sul mio blog a domandarmi motivo della mia recensione (e nemmeno avrei dovuto fornirglielo, volendo).
Lascia invece correre ben quattro mesi e quando gli 000 del web (quelli che ormai da tempo vanno in giro per la rete a straparlare di complotti) le danno “la dritta” allora scrive un post e mi insulta dandomi della psicopatica bugiarda, insinuando che io non esista e dicendo che la mia recensione è un atto di odio nei suoi confronti e che potevo risparmiarmi di leggere i suoi libri.
 



Mi creda, cara “signora”, lo avrei fatto volentieri ma i suoi libri mi sono stati inviati da una Casa Editrice di tutto rispetto con cui collaboro e anche se facevano schifo perché lei scrive male ho comunque dovuto per rispetto del contratto di collaborazione tentare almeno di leggere i suoi “capolavori”.

Poteva, ripeto, commentare da me come hanno fatto tanti autori e tante persone (follower o di passaggio) e invece mi ha insultata, si è inventata l’idea assurda che siano state terze persone a suggerirmi di “attaccarla” e ha mancato di rispetto a tutti coloro che hanno commentato quel post con altri insulti e insinuazioni false dando loro dei bugiardi, malati di mente e altri insulti degni di una “signora” come lei.
Avrà fatto esattamente come Moz e Claudia le avranno detto di fare, visti i commenti che le hanno lasciato e che tutti potranno leggere in screenishot alla fine di questo post.
E lei è stata così stupida da credere a personaggi del genere.





Ci ha perso solo lei, cara “signora” perché io adesso condividerò in tutte le mie pagine social questo post affinché chiunque sappia che lei non solo è un’autrice inaffidabile (comunque, per inciso, i suoi libri sono in vendita su Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori... basta, nel caso in cui non lo sapesse, digitare il suo nome e cognome nella barra di ricerca google e i suoi libri vengono fuori. Anche con il suo QI ce la può fare.) ma anche una grandissima cafona e bugiarda che si è fatta manipolare da due persone disgustose che devono piantarla di insultare, insinuare e fare giochini da bambini deficienti.

E per finire, non ho compreso il suo stupido proemio scritto su sfondo rosa.
Io e lei non ci conosciamo, non ci siamo mai frequentate su nessun social né scambiate alcuna mail, lei non ha mai detto nulla per conto mio e io non ho mai visto la sua brutta faccia da nessuna parte.
E se davvero lei è convinta che ci siamo frequentate via mail o social, ora lei tira fuori le prove materiali con tanto di mio indirizzo mail, data e numero registrato della mail da Googlemail e lo stesso vale per i social.

Lei per me è una perfetta estranea e se la Feltrinelli non mi avesse inviato i suoi libri, non avrei mai sentito fare il suo nome.
Se persiste a insinuare falsità come quelle che ha scritto, le farò querela per diffamazione.
E ora spero sia soddisfatta di aver dimostrato al mondo quanto è “intelligente”.

(CHIEDO FORMALMENTE SCUSA A TUTTI COLORO CHE SONO STATI INSULTATI DA ANNA PIEDISCALZI, MOZ E CLAUDIA E ANCHE AL SIGNOR GUS O. CHE NON CONOSCO E NON C'ENTRA NIENTE)