TITOLO: La canzone di Achille
AUTORE: Madeline Miller
GENERE: Romanzo storico
PREZZO: 19 euro
PREZZO
EBOOK: 12,99 euro
CASA
EDITRICE: Sonzogno
TRAMA
"Dimenticate
la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di
due giovani, amici prima e poi amanti e infine anche compagni d'arme - due
giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita
sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in
una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità
classica, a cui la dottrina non ha limitato o spento la fantasia creatrice,
rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo
solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma
inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e
restituito alla naturalezza con cui i Greci antichi riconobbero e accettarono
l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non
vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime
ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride." (Maria
Grazia Ciani)
RECENSIONE
Se potessi descrivere questa mia
esperienza di lettura in poche parole allora direi “sono stata un’imbecille”.
Proprio così, senza tanti fronzoli.
Anzitutto perché ho pensato di
continuare a leggere il libro nonostante
sia stato scritto (con i piedi) in prima persone e al presente indicativo.
E poi perché ho cercato davvero di amare
questo libro, di convincermi che andava letto visto che era stato esaltatissimo
così come la sua autrice che vanta titoloni di studio e una grande conoscenza
della Storia antica.
Il guaio è che questa era una battaglia
persa in partenza ma ho iniziato lo stesso questo libro con le migliori
intenzioni e il risultato è che mi ha
deluso altamente.
Ma proprio tanto.
Specie perché i libri storici sono uno
fra i miei generi preferiti e dopo la splendida esperienza avuta con gli romanzi
del genere che ho letto (Nel tuo nome di Francesca A. Vanni, Il nome della Rosa di Umberto Eco e La contrada dei tagliatori di pietra di Flavia Guzzo) mi
aspettavo che la professoressa Madeline Miller non tradisse le mie aspettative.
Infatti non le ha tradite, le ha proprio
rovinate in toto.
Anzitutto quando ci si confronta con la
Storia, con il mito... insomma, con il passato, bisogna farlo con reverenza e
con il giusto approccio, non certo con l’intento di scrivere un banalissimo
romanzetto m/m al fine di sventolare ai quattro venti l’amore gay di Achille e
Patroclo di cui ormai sanno anche i sassi.
Io volevo la guerra di Troia, volevo la
passione, il tradimento, la lotta, l’amicizia, l’amore e la morte, il
riscatto... cazzo, volevo gli eroi, volevo sentire il sangue scorrere nelle
vene e il cuore battere all’impazzata, volevo l’accuratezza nelle descrizioni,
l’avventura...
Ma non c’erano.
Patroclo è la classica “figura gay
femminilizzata” (magari l’autrice non sa/non ricorda che invece era un grande
guerriero) ridotto a voce narrante piatta e stupida che sbava dietro ad un
Achille che sembra la versione cretina di Thor dei film Marvel.
Gli altri eroi sono macchiette, figure
comiche (grazie per aver ridicolizzato Odisseo, che io adoro) e insulse che
fanno parte di uno scenario inutile.
Lo stile? Piattissimo, insulso, banale.
Questa non è l’Iliade, con le sue
passioni straordinarie ed umane, è un romanzo rosa gay (un m/m appunto) scritto
da qualcuno che possiede un altisonante titolo di studio ma non si è applicato
abbastanza per creare un’opera degna di entrare nell’Olimpo dei libri storici.
A questo punto rivaluto l’idea di
prendere nuovamente in considerazione la Yourcenar: noiosa per noiosa, rea di
aver spersonalizzato Adriano per parlare di sé, ma almeno bravissima e accurata
in tutto.
“Resto
a guardare mentre mio padre prende la ghirlanda che tengo in grembo e lo
incorona; sui suoi capelli luminosi, le foglie sembrano quasi nere. Suo padre,
Peleo, viene a prenderlo, sorridente e orgoglioso. Il regno di Peleo è più
piccolo del nostro ma corre voce che sua moglie sia una dea, e la sua gente lo
ama. Mio padre lo osserva invidioso. Perché sua moglie è un’idiota e suo figlio
è troppo lento per gareggiare persino con i ragazzi più giovani. Si volta a
guardarmi.
«È
così che dovrebbe essere un figlio.»
Sento
le mani vuote senza la ghirlanda. Guardo re Peleo abbracciare suo figlio. Vedo
il ragazzo lanciare la ghirlanda in aria e prenderla al volo. Ride, e il suo
volto è illuminato dalla vittoria.”
GIUDIZIO
Cazzate che si sprecano.