25 nov 2017

Professionalità nelle recensioni



Da quando ho deciso di recensire libri, mi sono spesso sentita domandare: tu cosa recensisci?
Che filtri usi?
Che generi scegli?
Leggete, se volete, la discussione che ho intrapreso nei commenti di questo post del blog Penna Blu.

Per me un vero recensore, mica il classico “5 stelle a priori”, non deve avere filtri (eccetto riguardo la pornografia, quello è il solo genere che non ammetto).
Che si tratti di un saggio, di un libro di poesie, un romanzo giallo, thriller, rosa, storico... a voi non deve interessare perché quando recensite non siete “il lettore casalingo” ma “il lettore professionale” che deve visionare un’opera e poi commentarla secondo i criteri che vi ho spiegato qui.

I siti che adoperano “criteri selettivi” per recensire un libro (non faccio nomi, ma ce ne sono fin troppi in giro) sono poco seri.
Meno seri ancora sono quelli che si fanno pagare e spedire i libri o i manoscritti (ehi, vorrei far presente che chiedere all’autore il manoscritto di un libro pubblicato è illegale).
A parte che sanno di tirchioni immensi, perché farsi spedire i libri gratis fa molto Luca Nervi, ma poi farsi pagare è proprio fuori dal mondo.
Non si recensisce per soldi, non è oggettivo e poi nemmeno professionale.
È come le grandi case editrici che spediscono qualche settimana prima della pubblicazione, i libri degli “scrittori di fiducia” in modo da avere sulle pagine culturali recensioni stralubrificate e tutte a 5 stelle.
Poi magari il libro è una ciofeca totale.

Se volete recensire libri, fatelo perché volete dire la vostra opinione, perché amate leggere, perché volete scoprire nuove opere e ampliare i vostri orizzonti, ma mai per un profitto personale o per dare una spintarella a qualcuno.
Se non sono queste le vostre intenzioni, cambiate hobby.